Assemblee condominiali: un viaggio tragicomico nell’assurdo
L’eterna battaglia tra il buon senso e il risparmio a tutti i costi
Se la vita fosse un film, l’assemblea condominiale sarebbe la perfetta combinazione tra una tragedia shakespeariana e una commedia dell’assurdo. Una sorta di spettacolo teatrale dove gli attori, ignari del copione, si improvvisano esperti di edilizia, diplomazia e finanza, alternando momenti di tensione a siparietti comici degni di una puntata di Zelig.
Ed eccoci qui, alle 18:00, in una fredda saletta condominiale che odora di muffa e umidità, con le pareti tappezzate da manifesti sbiaditi di regolamenti che nessuno ha mai letto. È un’assemblea straordinaria, che già nel nome porta una promessa di disastro imminente. Gli argomenti? Garage che sembrano grotte carsiche, un nuovo sistema di videocitofonia, e le canoniche “varie ed eventuali”, che normalmente coprono tutto ciò che non è stato pianificato ma che, magicamente, diventerà la questione principale.
I condomini entrano alla spicciolata, ognuno con il proprio copione ben studiato:
- Il sospettoso, che fissa l’amministratore come se stesse per vendere il condominio a una società offshore.
- L’indifferente, che spera solo di uscire il prima possibile per tornare a guardare Netflix.
- Il contestatore seriale, pronto a opporsi a qualsiasi cosa per principio.
- L’iperattivo, che non vede l’ora di sfoderare la sua enciclopedia di conoscenze edilizie raccolte da YouTube.
I più timidi si siedono sulle seggioline di legno, posizionate strategicamente in modo da far sembrare la stanza ancora più angusta di quanto non sia. Fa freddo, ma due eroiche stufette elettriche attaccate a ciabatte elettriche precarie tentano di riscaldare l’ambiente, generando più paura di un impianto nucleare gestito da stagisti.
L’entrata in scena dell’amministratore e del tecnico divino
L’assemblea sta per iniziare e finalmente fa il suo ingresso trionfale l’amministratore condominiale, il maestro di cerimonie di questo rito collettivo. Con sé porta un personaggio misterioso, dall’aura sacrale: l’ingegnere Guainoni, specializzato in impermeabilizzazioni, coibentazioni, acustica, strutture metalliche e forse anche magia nera.
Con il suo fare sicuro e la valigetta consunta che lo fa sembrare una fusione tra un avvocato di grido e un venditore di aspirapolveri porta a porta, Guainoni si presenta, sfogliando il proprio curriculum con un’aria tra il solenne e il teatrale. Ha risolto di tutto: dal crollo di terrazzi al famigerato Superbonus 110%, passando per antenne satellitari volanti e pannelli fotovoltaici con tendenze ribelli.
Il pubblico è ammaliato. Guainoni è un maestro della scena. Riesce a raccontare il problema come fosse un’epopea mitologica: “Dalle profondità dell’abisso emergono le infiltrazioni d’acqua, pronte a divorare le vostre auto e i vostri pavimenti”. Cita studi, leggi, e numeri impressionanti, tutti rigorosamente incrociati con dati presi chissà dove.

Le infiltrazioni: la piaga biblica dei garage condominiali
Da anni il garage condominiale vive sotto il dominio delle infiltrazioni d’acqua, una piaga degna del Vecchio Testamento. Alcuni condomini hanno già alzato barricate di pannelli in policarbonato per proteggere le auto, perché, si sa, una goccia d’acqua sulla carrozzeria è peggio di un attacco missilistico.
Uno di loro prende la parola per raccontare il dramma esistenziale di aver dovuto riverniciare l’auto a causa delle maledette goccioline. L’amministratore, con il suo consueto aplomb, lo interrompe gentilmente: “Se possiamo evitare di parlare di auto e di restare sull’argomento?” Ma il condomino, convinto che il suo problema sia la chiave di tutto, continua a rimuginare a bassa voce su come l’acqua piovana sia una creatura malefica e vendicativa.
L’ingegner Guainoni lo asseconda con un tono da scienziato in prima serata su Rai Storia:
- “Sapete che l’acqua piovana, attraversando le strutture, diventa acida e distrugge la vernice?”
- “Pensate che crea persino stalattiti, proprio come nelle grotte!
Panico. I più impressionabili controllano immediatamente i soffitti dei garage, aspettandosi di vedere pipistrelli e geologi al lavoro.
Il preventivo che fa tremare i polsi
Dopo l’introduzione degna di un documentario del National Geographic, Guainoni arriva al dunque:
Il lavoro costa 150.000 euro.
Silenzio. Un brusio si alza, seguito dalle tipiche reazioni da assemblea:
- “Ma è una cifra assurda!”
- “Mio cognato ha rifatto il tetto con la stessa cifra.”
- “Ho sentito un muratore che lo fa con meno della metà.”
L’ingegnere, che ha visto decine di battaglie simili, non si scompone: “Possiamo risparmiare 30.000 euro se non rimuoviamo la vecchia guaina.” Gli occhi dei condomini brillano. Uno sconto del 20% con una sola frase? Roba da farsi tatuare “Guainoni santo subito”.
Videocitofoni, complotti e l’eterno problema dei bonus
Mentre i condomini si godono il brivido dello sconto, l’amministratore butta lì la seconda questione: il videocitofono. Il vecchio impianto funziona a giorni alterni e ha lo stesso design delle radio a valvole del dopoguerra.
Il preventivo è di 25.000 euro.
Reazioni:
- “Ma sono sempre soldi nostri?”
- “Ci sarà un bonus pure per questo, no?”
- “Ma non è che ci fanno pagare il canone Rai?”
Qui emerge il vero spirito della riunione condominiale: se c’è un bonus, si fa tutto. Se no, niente. E, come sempre, il tema centrale non è la qualità del lavoro, ma “quanto possiamo non pagare?”

Riflessione finale: perché i lavori condominiali saranno sempre un disastro
La morale di questa storia? Nel condominio non vince il miglior progetto, ma il miglior venditore.
- La decisione non viene mai presa in base alla qualità del lavoro, ma in base allo sconto.
- Il passaparola di un cugino vale più di dieci lauree in ingegneria.
- Si parla di tutto, tranne che di ciò che conta davvero.
E così, tra finti esperti, false promesse e preventivi gonfiati, i condomini continueranno a farsi fregare, contenti di aver “risparmiato” 30.000 euro… su 120.000.